L'artiglio del conciliatore: 2 by Gene Wolfe

L'artiglio del conciliatore: 2 by Gene Wolfe

autore:Gene Wolfe [Wolfe, Gene]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literature & Fiction, Science Fiction & Fantasy, Science Fiction, Foreign Languages, Italian, Fantasy; Horror & Science Fiction, Foreign Language Fiction
Amazon: B00C7QEHZE
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2013-04-04T22:00:00+00:00


Parte quinta — La morte dello studioso

È probabile che il canale non fosse diritto come avevano creduto. Oppure, senza rendersene conto, avevano perso l'orientamento durante la battaglia. Oppure (come sostenevano alcuni) i canali si attorcigliavano come vermi quando nessuno li guardava. Qualsiasi fosse la verità, navigarono fino al tramonto a vapore — il vento era calato — e alle ultime luci della giornata si accorsero che stavano passando in mezzo a isolette sconosciute.

Restarono all'ancora per tutta la notte. Quando giunse il mattino, il secondo chiamò i compagni del cui consiglio si fidava di più; ma nessuno seppe suggerire altro che domandare al giovane incarnato dai sogni (sebbene fossero restii a farlo) oppure andare avanti fino a trovare le acque aperte e il padiglione della principessa.

Decisero di andare avanti e lo fecero per tutto il giorno, sforzandosi di mantenere una rotta diritta, ma furono obbligati a procedere in maniera tortuosa dalle numerose svolte dei canali. E quando sopraggiunse nuovamente la notte, non erano in una posizione più vantaggiosa.

Il mattino del terzo giorno il giovane incarnato dai sogni uscì dalla sua cabina e iniziò a camminare avanti e indietro sul ponte come era solito fare, osservando le riparazioni e domandando notizie ai feriti. Allora il secondo e i suoi consiglieri lo avvicinarono, gli spiegarono quello che avevano fatto e gli chiesero come fare per ritrovare le acque aperte, per seppellire i loro morti e fare ritorno alle loro case nella città dei maghi.

Egli levò gli occhi verso la volta del firmamento. Alcuni credettero che stesse pregando, altri che cercasse di tenere a freno l'ira nei loro confronti, altri ancora che fosse semplicemente in cerca di un'ispirazione. Continuò a fissare il cielo tanto a lungo che essi si spaventarono, come quando aveva guardato l'acqua, e alcuni si allontanarono in maniera furtiva. Poi il giovane rispose loro: — Guardate! Non vedete gli uccelli marini? Stanno accorrendo da ogni parte del cielo. Seguiteli.

Per quasi tutta la mattina seguirono gli uccelli, per quanto i canali tortuosi lo permettevano. Finalmente li videro volteggiare e tuffarsi nell'acqua, più avanti, in modo che le loro ali bianche e le teste d'ebano sembravano una bassa nube, chiara all'esterno ma tempestosa nel mezzo. Allora il giovane incarnato dai sogni ordinò ai compagni di caricare i cannoni solo con la polvere e di sparare; a quel boato tutti gli uccelli marini presero il volo gridando e stridendo. E là dove prima stavano gli uccelli l'equipaggio vide galleggiare un'enorme carogna, che sembrava appartenere a una bestia della terraferma perché possedeva una testa e quattro zampe. Ma era molto più grande di diversi elefanti messi insieme.

Quando si furono avvicinati, il giovane ordinò di calare in acqua una barca e quando vi fu salito i suoi compagni notarono che aveva infilato nella cintura un grande alfange la cui lama rifletteva la luce del sole. Il giovane lavorò a lungo sulla carogna e quando fece ritorno a bordo portava con sé una mappa, la più grande che gli altri avessero mai visto, tracciata su una pelle non conciata.



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